Dal 15 aprile al 13 maggio, presso gli spazi espositivi della Libreria Minerva: mostra di Emanuele Brugnoli.
Si tratta di una deliziosa antologia di scorci e vedute veneziane incisi su rame da uno dei più grandi maestri dell'incisione moderna.
Allievo, presso l'Accademia Clementina di Bologna, del vedutista prospettico e scenografo Valentino Solmi (Bologna 1810-1877) e dell'incisore Anacleto Guadagnini (Bologna, 1831-1919), Brugnoli si trasferì nel 1878.
Iniziò a operare come decoratore (Villa di Pompeo Gherardo Molmeti a Moniga sul Garda, 1885) e ad esporre in varie sedi locali, ad esempio l'Esposizione Nazionale Artistica a Venezia nel 1887 (nella quale funse pure da segretario della giuria di accettazione delle opere) e altre nazionali.
Fu presente in diverse Biennali a partire dalla III del 1899.
Dipinse con varie tacniche ma fu specialista nell'acquerello e nell'incisione all'acquaforte. Assunse pertanto, nel 1912 presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia (già Accademico d'Onore dal 1901), la cattedra della rinata Scuola Libera di Incisione, tenuta poi fino al 1933 (salvo la parentesi bolognese del 1917-18). Gli succedette Giovanni Giuliani. Tenne pure il corso di Prospettiva nel 1919.
LA VENEZIA INCISA DI EMANUELE BRUGNOLI
Nondimeno la grafica fu il suo altro precipuo mezzo espressivo. La conoscenza diretta delle opere, ma nache l'amicizia, di artisti stranieri quali Sargent e Whistler, lo spinsero a realizzare acqueforti di grade raffinatezza che iniziò però a esporre solo nel 1901.
Questa sua specializzazione lo portò ad assumere nel 1912 la docenza della Scuola Libera di Incisione, presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e per volontà del direttore Giovanni Bordiga, insegnamento che terrà fino al 1933.
Con questa esposizione di 23 stampe a diverso formato dedicate a Venezia, intendiamo documentare le perpicue modalità con le quali Brugnoli si cimentò nella tecnica incisoria: del suo sapersi relazionare con l tradizione venezia di Canaletto e Guardi, di Tiepolo e Piranesi; della vicinanza con le “inquadrature” dei contemporanei Guglielmo Ciardi e Pietro Fragiacomo; di come egi riuscì a conferire con il solo tratto inciso l'atmosfera della città lagunare, i rimbalzi della luce solare e dei riflessi dell'acqua, la pastosità delle sue pietre. Ovvero le intense e profonde ombrosità di certi angoli oscuri e le diafane nebulosità nelle quali si perdono gli edifici spinti in lontananza. Ossia restituire l'atmosfera propria della prospettiva aerea. Atmosfere che Brugnoli ottiene con calibrati diversi livelli di profondità: talvolta essi sono nettamente giustapposti, allo scopo di conseguire un deciso contrasto tra primo piano e sfondo, tra pieni e vuoti; talvolta avvicendandosi in un infinitesimo gioco di gradazioni tonali. Aspetti questi che dimostrano la particolare sensibilità e la grande abilità tecnica raggiunta dal maestro bolognese. Le morsure diversamente calibrate, le rare riprese a puntasecca, qualche probabile e blando intervento ad acquatinta a una ponderata pulitura della lastra sono i segreti di queste acqueforti di Brugnoli.