La "Medusa". Quando l'Italietta cominciò a leggere i grandi romanzieri stranieri contemporanei

535 romanzi stranieri tra il 1933 e il 1971 nella sola Medusa "verde", e  203 romanzi italiani (nella  Medusa degli italiani e nei Quaderni della Medusa) tra il 1947 e il 1967. Sono questi i numeri (impressionanti) di una tra le più importanti  e feconde collane editoriali del Novecento italiano.

Vittorini e Montale
All'inizio degli anni '30, su impulso di Enrico Piaceni e dell'entourage mondadoriano,  il patron Arnoldo Mondadori si risolse a dar vita ad una nuova collana che potesse offrire al lettore italiano  i grandi successi della narrativa  contemporanea internazionale.  Si partì così alla "caccia" delle  firme estere (alcune già notissime, altre meno conosciute e ancora  da lanciare sul mercato editoriale italiano) e venne approntata una squadra di giovani traduttori -tra i quali molti giovani- di tutto rispetto: Pavese, Vitorini, Prampolini, Montale, Praz tanto per citare qualche nome. 


Fu una scelta culturalmente alta e coraggiosa: da un lato infatti si puntava a sprovincializzare l'offerta letteraria, a dare un insomma un pò di respiro internazionale al panorama editoriale italiano sino ad allora profondamente  ripiegato su se stesso, dall'altro si provava a farlo in una fase storico politica caratterizzata da forte spirito nazioinalista e da un regime antidemocratico "che non vedeva certo di buon occhio l'importazione nella società italiana dei fermenti e degli stimoli di culture tutte diverse e tutte democratiche" (cfr. M. Fini, Storia illustrata, n. 2050 1990).
Il n. 1 della Medusa 

Il primo romanzo pubblicato nella Medusa  fu Il Grande Amico di Alain Fourier, seguito da E adesso, pover'uomo di Fallada e da Ancella Di J. Galsworthy; prezzo di copertina: 9 lire,  tiratura media iniziale:  5.000 copie. Veste editoriale sobria (per scelta): una brossura  leggera, formato comodo, copertina verde (rimarrà sempre più o meno la stessa) con impressa la piccola testolina di una  nera medusa alata. Fu quasi subito un successo; le riedizioni si moltiplicarono e nell'arco dei successivi due anni furono pubblicati una quarantina di altri titoli, coinvolgendo autori del calibro di Colette, Gide, Wolf, Huxley, Mann, Hesse e molti altri ancora. Nella seconda metà degli anni '30 la censura fascista, sino ad allora  non ancora soffocante o quanto meno relativamente distratta, cominciò a concentrare la propria attenzione sull'attività della casa editrice. Si avvicinavano -sulla scia della propaganda antisemita di Hitler- le leggi razziali del '38, dopo le quali non furono più tollerati dal regime autori ebrei di qualsiasi nazionalità o scrittori di "paesi nemici". Proprio nel 1938, su ordine di Mussolini, venne sequestrato l'Almanacco della Medusa vale a dire il catalogo di tutti i libri pubblicati nel quale figuravano scrittori ebrei tedeschi(il catalogo si noti bene, era uscito 4 anni prima!).
 Dopo la censura del Miniculpop, arrivò la guerra: nel triennio '42/'43/'44 si riuiscirono a pubblicare meno di una ventina di titoli. Dopo la fine del conflitto, però, la produzione editoriale  della Medusa venne immediatamente rilanciata,  proprio con la proposta di quei lavori e di quegli autori precedentemente bloccati dalla censura.

Hemingway e Mondadori
Tra la fine degli anni '40 e l'inizio del successivo decennio la Medusa ricominciò a volare: è il periodo Hemingway, di cui Mondadori acquisì i diritti per la pubblicazione di Per chi suona la campana, di Addio alle armi e naturalmente de Il Il vecchio e il mare

Con gli anni '50 si aprì un quindicennio d'oro per la collana: cambio di veste editoriale, pubblicazione di una  ventina di titoli nuovi all'anno e di una serie notevolissima di nuovi autori (Bellow, Boll, Fante, Nabokov). 
Il declino della Medusa cominciò verso la fine degli anni '60: i tentativi di rilancio della collana  terminarono a metà degli anni '80....da lì in poi i libri della Medusa cominciarona a diventare non sono libri di lettura ma anche libri da collezione.




Per chi volesse approfondire quanto sopra, proponiamo (in versione pdf) quattro articoli apparsi alcuni anni fa sulla stampa:

  • Claudio Altrarocca (La Stampa 8 luglio 1994): Nel 1994 Fruttero e Lucentini decisero di ristampare con Adelphi il loro primo grande successo (La donna della domenica), edito più di vent'anni prima e sino ad allora sempre riproposto da Mondadori. Ne nacque una piccola "querelle" editoriale: i due autori accusarono la loro storica casa editrice di "negligenza collocativa" e cioè di non avere "più una collana forte, visibile, di letteratura coma fu a suo tempo la Medusa", accusa a cui subito rispose piccato l'allora Direttore Editoriale Ferrari. L'articolo che qui riproponiamo, prende spunto da questa polemica per una breve disamina proprio sulla collana a cui i due scrittori torinesi facevano riferimento: la Medusa.
  • Mauro Chiabrando (Charta n. 61 del 2002): Un articolo molto bello, che ripercorre con dovizia di particolari e qualche aneddoto interessante la nascita e l'evoluzione della Medusa dai suoi albori sino al suo epilogo (e che, in più, offre preziose indicazioni bibliografiche per un'ulteriore approfondimento, cui abbiamo abbondantemente attinto).
  • Guido Lopez (Millelibri, n. 21 1989) ripercorre la controversa genesi della Collanna. Lopez, scomparso nel 2010, oltre che romanziere e importante intellettuale milanese, fu anche capo ufficio stampa di Mondadori negli anno '50 ed ebbe modo di conoscere direttamente alcuni degli autori che determinarono il successo della Medusa nel dopoguerra:  da Ernest Hemingway a William Faulkner.
  • Marco Fini (Storia Illustrata n. 2050 1990): altre notizie sulla genesi della Collana e un'interessante intervista a Enrico Piceni, capo ufficio stampa della Mondadori negli anni '30 e grande protagonista della Medusa. 

SEGNALIAMO INFINE CHE PRESSO LA LIBRERIA MINERVA SONO DISPONIBILI, IN PRIMA EDIZIONE, MOLTISSIMI VOLUMI DELLA "MEDUSA".