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MANFREDO MASSIRONI. GUARDARSI GUARDARE

 Inaugurazione 4 novembre ore 18.00 ingresso libero

Inaugura il 4 novembre 2022 alle 18.00 negli gli spazi della Libreria Minerva a Padova, in via del Santo 79, la mostra “Manfredo Massironi. Guardarsi guardare” a cura di Nicola Galvan e Davide Saccuman, patrocinata dal Comune di Padova. 

In esposizione una quarantina di oggetti visivi organizzati dai curatori in cinque sezioni dedicate a diverse “materie di lavoro” dell’artista: il vuoto, la trasparenza, le geometrie instabili, gli accadimenti immaginari, il movimento (reale e virtuale) dell’oggetto.

Si tratta di opere che spostano l’attenzione sull’attività da “solista” di Massironi (Padova 1937 – 2011), coprendo l’arco temporale precedente e successivo alla sua adesione al Gruppo N. 

Dalle “Rondelle” ai “Quadrati ruotati”, dalle “Sottrazioni” alla “Doppia piegatura”. E anche l’opera del 1960 “Struttura con filo” nella quale all’interno una cornice un filo di cotone crea nel vuoto uno schema geometrico, così come le “Rotture di costanza”, strutture complesse che spiazzano le abitudini percettive, connotate dalla generazione multipla di figure geometriche che presentano un lato in comune. 

La mostra si propone di raccontare la vicenda artistica di Manfredo Massironi, attivo per cinque decenni nel campo dell’arte programmata e cinetica. L’artista fu tra i fondatori del Gruppo N che, nella prima metà degli anni Sessanta, ha inserito Padova nella geografia del dibattito artistico internazionale.

La traccia concettuale del progetto espositivo è costituita dall’intervista rilasciata da Massironi a Nicola Galvan per il catalogo della mostra “La dinamica dell’oggetto visivo”, curata da Annamaria Sandonà e organizzata nel 2008 dal Comune di Padova (in allegato). 

«Era il 2008 – racconta Galvan – quando Massironi mi accolse nel salotto di casa sua, in via Forcellini a Padova. Eravamo circondati dalle sue opere, appese alle pareti. Io, allora, ero giovane e piuttosto inesperto, eppure mi dedicò due ore del suo tempo. Una lunga intervista della quale ricordo l’acutezza, la pazienza, la gentilezza che caratterizzavano il suo modo di conversare».  

Dal 1960, fino alla prima decade del nuovo millennio, Massironi si è posto l’obiettivo di superare le categorie a cui sono per tradizione ricondotte le opere d’arte, che nel suo caso scaturiscono da una combinazione di pittura, scultura, design industriale. Ma anche quello di ridefinire lo statuto dello spettatore, ritenuto un soggetto attivo chiamato a completare mentalmente l’oggetto. 

Pensati per sollecitare le facoltà percettive di chi li osserva, i lavori di Massironi fanno dell’atto del guardare materia di studio e riflessione, affinché lo spettatore stesso giunga a guardarsi guardare. 

La propensione per la sfera del ludico, la ponderazione sull’eredità del costruttivismo e delle prime Avanguardie, la posizione critica assunta verso il sistema dell’arte, contribuiscono a disegnare il perimetro entro il quale si sono sviluppate le sue opere, la cui rilevanza storica è motivata tanto dalla loro qualità progettuale, quanto dall’apporto fornito all’indagine sulla relazione tra l’occhio e la mente: «lavori del capo», per citare una formula coniata dall’artista, capaci di rovesciarsi in “capolavori”. 

«Era una persona in cui convergevano una grande cultura e una grande affabilità – chiude Galvan – non aveva l’atteggiamento del Maestro, al contrario. Ricordava inoltre con piacere il periodo del “Gruppo N”, quando le opere si creavano collettivamente, frutto della sperimentazione e delle intuizioni di più operatori. Quando si mettevano le idee in comune e l’opera riportava la firma di un gruppo di lavoro. Riteneva che quell’esperienza sarebbe potuta durare più a lungo, continuando a cogliere risultati espressivi nuovi e stimolanti». 


Info: 

Inaugurazione 4 novembre 2022 ore 18.00

Fino al 19 novembre presso

Libreria Minerva via del Santo 79, Padova; 

Tel. 049.8789599; email info@libreriaminerva.it

Orari mostra: 

lunedì al sabato

mattino dalle 9.00 alle 12.30

pomeriggio dalle 16.00 alle 19.00


GIAMBATTISTA PIAZZETTA. L’ingegnoso contrasto dei lumi.

Pochi sanno che Giambattista Piazzetta, uno tra i più importanti pittori veneziani del Settecento, ha lasciato la sua città solo una volta e lo ha fatto per andare a Bologna. Aveva vent’anni, era allievo del pittore veneziano Antonio Molinari e ben presto si era distinto “fra gli altri; ma desideroso di vedere la Scuola di Bologna, e udendo commendare il famoso Guercino da Cento, volle cò gli occhi propri, certificarsi del pregio del suo pennello” (A. Longhi, 1762). Nel 1727 Piazzetta viene nominato Accademico d’onore della Clementina di Bologna e l’Archivio storico dell’Accademia di Belle Arti custodisce la lettera che lui stesso scrive per ringraziare. Questi sono alcuni dei motivi che giustificano una mostra dedicata a Piazzetta proprio a Bologna. La mostra si articola in sei sezioni; le prime quattro offrono l’opportunità di conoscere i molteplici aspetti dell’arte di Piazzetta attraverso la traduzione grafica degli incisori del Settecento. La prima sezione è dedicata alle teste prese dal vero; la seconda è dedicata alle scene di genere. In questa sezione sono da segnalare due disegni a sanguigna, ideati verosimilmente per una edizione figurata mai pubblicata, ma vedremo utilizzati in una rarissima serie di incisioni e in una ancor più rara edizione della Gerusalemme liberata, che viene presentata al pubblico per la prima volta.
La terza sezione è dedicata ai libri illustrati da Piazzetta e farà conoscere il mondo della editoria illustrata veneziana del Settecento attraverso le incisioni tratte da una varietà incredibile di suoi disegni. La quarta sezione è dedicata alle opere che trattano soggetti religiosi. La quinta sezione interrompe il percorso dedicato a Piazzetta per spiegare cosa si intende per stampa antica. Un breve video illustra i vari aspetti tecnici e terminologici di questo linguaggio figurativo mentre un selezionato numero di incisioni antiche esemplifica quanto esposto nel video. Tra queste incisioni da segnalare acqueforti originali di Salvator Rosa, Canaletto, Bernardo Bellotto, William Hogarth e Francisco Goya. Sempre in questa sala si potrà ammirare La Sibilla del Guercino, affiancata da una stampa che la traduce a bulino. Chiude la mostra la sezione dedicata all’Accademia Clementina, istituzione che stava nascendo proprio negli anni in cui Piazzetta si trovava a Bologna. Nella sala sarà possibile vedere la lettera autografa di Piazzetta. Curata da Francesco Paolo Petronelli, la Mostra, allestita a Bologna, nelle sale espositive della Galleria al secondo piano di Palazzo Fava, sarà aperta al pubblico fino al 27 novembre.





 

POLIMORFISMI

POLIMORFISMI di Marisa Molfese

dal 29 ottobre 2021

Libreria Minerva

L’artista è donna. L’idea che la sfera del femminile, intesa nei suoi valori metaforici, rappresenti una componente sostanziale alla natura stessa dell’opera d’arte, è implicata da tempo nel lavoro di alcuni esponenti della creatività contemporanea.

Con la sua attività scultorea, Marisa Molfese, in arte Giamo, traduce in termini peculiari questa stessa intuizione. A testimoniarlo sono innanzitutto i suoi scritti, nei quali il fenomeno della gestazione viene correlato al processo che conduce l’artista a plasmare una forma. Inoltre, molti dei suoi lavori più significativi, anche quando eccedono i confini della raffigurazione naturalistica, suscitano nell’osservatore immagini di grembi e nidi, oppure rielaborano in modo dichiarato il tema, affiorante nella scultura di ogni tempo, della Maternità.

Il corpo umano è certo il seme dal quale scaturisce il repertorio iconografico che Molfese ha sviluppato, che del corpo restituisce sovente una visione trasfigurata. Allo stesso tempo, rappresenta un varco per disseppellire qualcosa di più profondo e remoto, in cui l’artista riconosce  la sillaba prima della nostra vita: ovvero una sorta di magma primordiale nel quale si combinano, confondendosi l’uno nell’altra, il vuoto, l’energia, la materia.

IL SEGNO DELLA LUCE: TONY MICHELON


Interno con paesaggi e luci.

Le fotografie di Tony Michelon alla Libreria Minerva.

La conoscenza della fotografia è tanto importante quanto quella dell’alfabeto. Gli analfabeti del futuro saranno quelli che ignoreranno l’uso della macchina fotografica e della penna. (L. Moholy-Nagy)

Con la sua opera fotografica, Tony Michelon dà luogo a delle scritture di luce. Non diversamente da alcuni esponenti delle Avanguardie storiche, quali Man Ray o Lázló Moholy-Nagy, l’autore si propone di pervenire a esiti espressivi di carattere nuovo attraverso una ponderazione sulla “sostanza” del mezzo fotografico, le sue peculiarità, la sua fenomenologia. A tale riflessione è riconducibile il risalto conferito alla componente luminosa, non solo espressa nei suoi valori atmosferici o nella facoltà di rilevare le forme, ma anche impiegata per creare tracce grafiche contraddistinte da un marcato dinamismo. 

GLI OCCHIALI APPANNATI di Giulio Malinverni

 

GLI OCCHIALI APPANNATI: personale di Giulio Malinverni.

La Libreria Minerva, a Padova, è lieta di annunciare la mostra di Giulio Malinverni, “Gli occhiali appannati”, dal 7 maggio prossimo. L’esposizione, in collaborazione con la Galleria Marignana Arte di Venezia, presenta una serie di dipinti inediti realizzati dall’artista per il progetto curato da Roberto Nardi.

Il titolo “Gli occhiali appannati” è metafora di una doppia condizione umana in una drammatica epoca segnata dal Covid: una, di carattere pratico, determinata, specie nel periodo invernale,  dall’uso della mascherina; l’altra, interiore, riguarda la situazione di incertezza e di paura, di perdita dei parametri abituali del vivere comune a causa delle restrizioni nelle dinamiche dei rapporti interpersonali. In quest’epoca pandemica non finita, dove ciò che è possibile oggi domani può cambiare, appare difficile riuscire a trovare dei punti fermi sui quali costruire una nuova visione del domani.

L’opera di Malinverni, artista piemontese da anni a Venezia, prima per il diploma in restauro e poi per i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti all’Atelier F con Carlo Di Raco, non nasce certo dall’esperienza della pandemia ma dalla pandemia sembra aver tratto linfa per definire una duplice condizione, quasi un ossimoro: la rappresentazione di un “Paradiso infernale”.

IL NUOVO BOLLETTINO DEI MUSEI CIVICI DI TREVISO


L'anno nuovo si apre, in ambito editoriale, con una buona notizia. Riprende la pubblicazione del Bollettino dei Musei Civici di Treviso, un importante strumento di diffusione culturale nato alla fine del XIX secolo. Il primo numero della nuova serie è disponiblie anche on line in versione pdf all'indirizzo https://www.museicivicitreviso.it/public/Comune_di_TV_Bollettino_Musei_Civici_2020.pdf

Ci piace segnalarvi,  tra i molti articoli interessanti, un testo a firma del nostro amico Francesco Petronelli su  "L’edizione Zatta della Divina Commedia (1757) illustrata dal trevigiano Gaetano Zompini Francesco Paolo Petronelli" , che linkiamo  qui

"DOVE C'E' SEMPRE IL SOLE". Personale di Susanna Panfili

Dove c’è sempre il sole

 Personale di 

SUSANNA PANFILI

 Inaugurazione: 2 ottobre 2020, ore 18.00

 

Inaugura il 2 ottobre alle 18.00, con ingresso libero, nelle sale adibite alle esposizioni temporanee della libreria Minerva a Padova (in via del Santo 79) la personale “Dove c’è sempre il sole” di Susanna Panfili.

In esposizione una ventina di opere di medie e grandi dimensioni organizzate per ampi temi che spaziano dai viaggi alla fantasia, fino a toccare l’intimo del femminile. Un percorso caratterizzato dalla luce.

 Susanna Panfili è espressione di una potente solarità dell’anima che si evidenzia sia nei nudi disinvolti e disinibiti delle silhouette femminili - in una bellezza che l’autrice coglie a piene mani attraverso un rapporto intimo e profondo con il proprio corpo - che nel grande tema del paesaggio, essendo Panfili viaggiatrice tanto appassionata quanto contemplativa. 

Il mondo ritratto da Panfili è sospeso nell’attimo della perfezione. La pittrice sa immergersi nell’ora esatta in cui il sole salentino colora d’oro l’orizzonte, così come nelle pieghe seducenti di una Parigi inedita che profuma di tabacco e storie d’amore. E ancora, nel colore saturo di certi speziati tramonti africani o nei meriggi del South West.

L'ORA DEL LUPO. Silvia Patrono & Marco Strano



Testo critico di Barbara Codogno
(curatrice della mostra).

SILVIA PATRONO

Intimo segreto
 “Silvia Patrono mostra un’iniziale aderenza alla forma del reale che però, nell’atto della trasposizione pittorica su tela, si sintetizza fino ad estremizzarsi, dando inattesa vita a immaginifiche presenze. Negli ultimi lavori, l’atmosfera sospesa e magica – contrassegnata dalla frequenza di un animale, quasi sempre il cane - permea di surrealtà gli elementi e i contesti del vivere quotidiano che approdano così al simbolico, moltiplicando verità nascoste e parallele, mai completamente disvelate. 
I suoi dipinti restano appesi all’enigma del silenzio, costringendo l’osservatore – curioso – a quel salto sognante che lo porta necessariamente dentro e oltre al dipinto; immaginando quindi il seguito di quella scena che Patrono non spiega e non svolge.

BUON 2020!

Qui di seguito il calendario delle ns. iniziative in gennaio e febbraio!

SHODO MINERVA: MOSTRA DI CALLIGRAFIA ORIENTALE


Il fascino e la magia della calligrafia giapponese. 
Bellissima mostra di Carlo Buffa e Francesco Gonella.
Clicca QUI  per vedere alcune immagini delle opere in mostra.


Video della presentazione della mostra





FIORI DI CROCO



FIORI DI CROCO
 A cura di Roberto Nardi 
14 novembre - 8 dicembre 2019, Libreria Minerva Padova  
 "Il fiore di croco, pianta spontanea che cresce nei prati, lungo le strade, è la fonte di
ispirazione del nuovo ciclo di opere di Arcangelo.
L’artista campano, protagonista della scena artistica italiana ed internazionale dalla seconda metà degli anni ’80, da  sempre procede per cicli, a partire da “Terra mia” ai Sanniti, all’incontro con l’Africa dei Dogon o dei Masai, i Tappeti  Persiani o le ispirazioni dall’Oriente. Sono momenti di un lungo viaggio, tappe compiute o a volte solo immaginate, che ha il suo radicamento nella terra del sud, nelle radici  dell’artista, tra Benevento ed Avellino. 

Carlo Schiavon: "È come se incontraste voi stessi, in una strada affollata".

 Venerdì 11 ottobre, ore 18.30 
Libreria Minerva
Presentazione del catalogo "È come se incontraste voi stessi, in una strada affollata" monografia   dedicata all’artista padovano Carlo Schiavon. 

L'opera, curata da Nicola Galvan, si propone di ricomporre e analizzare per la prima volta l’intera vicenda creativa dell’autore: un obiettivo perseguito dai saggi scritti da Alessia Castellani, Nicola Galvan e Mirella Cisotto Nalon, dall’esteso repertorio fotografico delle opere, dagli apparati chechiudono il volume.
Scultore, pittore, ideatore ed esecutore di oggetti scenici per registi quali Giorgio Strehler e Liliana Cavani, Schiavon è protagonista da oltre cinquant’anni di un percorso artistico connotato da una rara originalità, scandito dalla creazione di forme e immagini riconducibili dapprima al territorio della figurazione, poi successivamente a quelli della geometria, dell’astrazione, dell’allusione iconica. Attraverso le sue opere, l’artista si è proposto di coniare una lingua nuova, capace di suscitare nell’osservatore una sensazione di tipo profondo dalla quale potesse scaturire, in maniera spontanea, una catena di senso. Le sue sono opere che riescono perciò ‘raccontare’, pur senza prefiggersi di farlo; che sanno provocare stati emotivi, senza la necessità di descriverli. Due propensioni, l’una di carattere materiale, l’altra di ordine teorico, sembrano avere orientato Schiavon nella sua impresa poetica: da un lato la predilezione per il legno e la sua verità espressiva, dall’altro l’interesse per l’antroposofia e il pensiero di Rudolf Steiner.
Oggetto di un collezionismo colto e raffinato, i suoi lavori sembrano depositari dello stesso riserbo che appartiene al loro artefice; riserbo che l’artista, proprio per la realizzazione di questo volume, ha deciso in parte di sciogliere, regalando un ‘nome’ a opere rimaste per anni, a volte per decenni, prive di una titolazione.

VORREI ABITARE QUI. mostra personale di michele sambin


Lo stupore, il desiderio, sono da sempre compagni di strada di Michele Sambin. Dai primi anni ‘70 ad oggi, essi hanno idealmente affiancato l’artista nelle sue molteplici avventure multimediali, disegnando le coordinate espressive, ideologiche e operative del suo lavoro. Se le sperimentazioni con la macchina da presa sono sembrate non poter prescindere da un approccio stupefatto all’immagine in movimento, quelle che hanno congiunto la musica e le arti performative hanno trovato nel corpo il loro strumento privilegiato: un corpo di cui la drammaturgia elaborata dall’autore ha evidenziato, soprattutto, la propensione a desiderare.
A nostro avviso, stupore e desiderio rappresentano la materia di cui sono fatti anche gli splendidi lavori su carta esposti in questa occasione. In essi, il linguaggio del segno regala immagine a dimensioni fenomeniche e pulsioni psichiche che solo di rado aggallano sulla superficie delle arti visive.

C'ERA UNA VOLTA...Simone Settimo


"C'era una volta"
personale di Simone Settimo
dal 26 ottobre al 6 novembre
libreria minerva (via del santo 79 padova)

inaugurazione venerdì 26 ottobre 2018

"C'era una volta" propone una raccolta di foto, disegni e dipinti di Simone Settimo, uno tra più  interessanti autori nel panorama artistico nazionale.
Le opere in mostra - tutte inedite-  sono ispirate al  periodo trascorso dall'Artista a Berlino.
Il suo lavoro si colloca all'interno di un originale e autonomo percorso artistico figurativo, nel quale è possibile scorgere un'influenza sottotraccia dell'opera di Sigmar Polke e David Hockney
Simone Settimo ha realizzato varie esposizioni in Italia e all'estero, partecipando anche ad  alcune Biennali di Venezia.

BRUNO LORINI: SORPRESE DA UN TRASLOCO.


Padova, 21 giugno/8 luglio 2018.
Libreria Minerva  

"...dopo molti anni ho cambiato studio. I traslochi sono sempre traumatici e affascinanti. Scavando nei quasi vent'anni passati in via Briosco sono emersi lavori che avevo messo in zone della memoriache si frequentano poco. 
Ho trovato fili da collegare e pezzetti di coerenza inaspettati. In questa mostra sono esposte alcune di queste opere, sorprese pure loro di essere state riconosciute." (B. Lorini)

PSICOGEOGRAFIE

Sabato 16 giugno 2018, alle ore 18, presso la Libreria Minerva di Padova verrà presentata la mostra PSICOGEOGRAFIE, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra doppia personale degli artisti Rodolfo La Porta e Valerio Vivian, è stata curata da Gaetano Salerno.
Saranno presenti gli artisti e il curatore per presentare sia il catalogo documentativo e riassuntivo dell’evento culturale sia una breve selezione critica di opere presenti in mostra; i lavori resteranno poi esposti presso gli spazi espositivi della libreria fino a mercoledì 20 giugno 2018.
L’evento espositivo ha riletto il lungo e articolato lavoro dei due artisti attraverso una serie di opere
scelte, tratte dalle rispettive ricerche individuali, soffermandosi però sui momenti in cui i due percorsi si sono avvicinati e sovrapposti, dando vita a un segmento artistico sincretico che nel tempo ha unito le due personalità artistiche conducendole a importanti forme di collaborazione.
Come ha sottolineato Gaetano Salerno la mostra ha riproposto “un evento situazionista (vicino al
metodo di lavoro induttivo condotto dai due artisti) documentativo e riassuntivo di una lunga ricerca
che ha visto nel tempo La Porta e Vivian “occupare e contaminare” con la loro presenza e le loro azioni artistiche differenti luoghi allo scopo di instaurare con il pubblico di galleria e non (e, di conseguenza, non sempre consapevolmente preparato allo sviluppo di un rapporto empatico con l’oggetto artistico) scambi biunivoci ed emotivi, tracciando così una psicogeografia delle emozioni e delle reazioni individuali e collettive nei confronti delle suggestioni e delle riflessioni sulle molteplici incongruenze della società contemporanea, sul ruolo dell’arte e dell’artista in relazione alle peculiarità della realtà odierna, sul valore del messaggio artistico e sulla sua valenza espressiva.
Psicogeografie ha infatti ripreso concettualmente il percorso tracciato dagli artisti, proseguendo la
mappatura di luoghi nel tempo segnati da produzioni pittoriche, fotografiche, assemblative, installative, performative, per presentare al pubblico una sintetica e ragionata selezione critica di lavori da loro realizzati nell’arco di trent’anni, sia singolarmente sia sinergicamente, orientando le rispettive ricerche e irispettivi codici indagativi (rimasti comunque ben distinguibili e leggibili) verso un punto comune, unitario e sommativo, codificato da un sovralinguaggio comune [...]”.
Rodolfo La Porta nasce a Venezia nel 1953; vive e lavora a Mira. Laureato in Architettura presso lo IUAV di Venezia ha svolto l’attività d’insegnante. Il suo percorso creativo inizia nell’ambito dell’arredamento e del design, collaborando anche all’allestimento di alcune mostre per la Biennale di Venezia. Il percorso artistico di Rodolfo La Porta è all’insegna di un continuo sviluppo e apertura nei territori della pittura, della fotografia, della scultura, delle installazioni, degli interventi architettonici e mischia arte astratta, sociale, concettuale, minimalista. Dagli anni Ottanta approda alla ricerca artistica pura esponendo in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero.
Valerio Vivian nasce a Mira (Ve) nel 1953; vive e lavora a Mira. Laureato in Lettere (indirizzo artistico) presso l’Università di Ca’ Foscari di Venezia è docente di Storia dell’Arte presso gli Istituti di Istruzione Superiore. Da sempre alterna l’attività di artista a quella di studioso attraverso seminari, scritti di critica d’arte nonché didattica e, dalla fine degli anni Settanta, espone regolarmente in personali e collettive. Le sue opere, guidate da un continuo gioco dialettico, con apparente eclettismo, alternano e talora mescolano pittura e fotografia, installazione e disegno, attento soprattutto al vedere e alla visione, pertanto le sue tematiche preferite sono diventate l’occhio, il volto, la figura umana e lo spazio.

PSICOGEOGRAFIE

presentazione catalogo sabato 16 giugno 2018, ore 18
apertura mostra martedì 19 e mercoledì 20 giugno 2018
orari apertura 9.30 - 12.30 e 16 - 19.30

LE OPERE DI M'HORO ALLA MINERVA


Nell'ambito della bella iniziativa denominata “PadovaCiak”: (il concorso cinematografico giunto alla terza edizione, organizzato dall’Associazione culturale “Pluriart”, in collaborazione con “Promovies – Scuola Permanente di Cinematografia”),segnaliamo la presenza delle opere dell'artista M’horò, lo scultore senza identità, volutamente anonimo, che forgia, assembla e crea le sue opere senza mostrarsi in pubblico, viaggiando per il mondo e regalando continue visioni d’arte inedite. 
Per l’occasione, M’horò invia due sue opere ispirate alla pellicola cinematografica, realizzate ad hoc per il “migliore attore” e la “migliore attrice” in gara.
Di M’horò è prevista una prima mostra a Padova, presso la Libreria “Minerva” di Via del Santo 79, dove sabato 9 giugno, alle ore 18; ci si ritroverà per un brindisi inaugurale, e dove sarà possibile ammirare alcune sue spettacolari opere; mentre una corposa antologica dell’artista è prevista in città per il prossimo autunno.

CON LA SPAGNA NEL CUORE: UNA MOSTRA E UN LIBRO


Vi proponiamo due interessanti iniziative   organizzate dal Centro Studi Ettore Luccini e ospitate dalla Libreria Minerva. Venerdì 18 maggio alle ore 18.00 presenteremo il libro "Non avendo mai preso un fucile tra le mani" dedicato alla lotta delle donne antifasciste nella guerra civile spagnola del 1936/39. Lo stesso giorno -negli spazi espositivi della Libreria -aprirà i battenti la mostra "La Spagna nel cuore", che rimarrà aperta sino al 1 giugno.



La leggerezza, la fragilità, il nitore. E ancora la piega, lo strappo, il segno, la pagina; sono molteplici le qualità e le immagini che possono essere associate alla carta e al suo uso nel contesto delle arti visive. Oltre a nominare un dato concreto, oggettivo, ognuna di esse contribuisce a comporre un vasto campo metaforico e concettuale, pertinente al rapporto tra l’individuo e il mondo, rappresentativo di quello tra l’artista e la creazione.
La ‘voce’ della carta risuona frequentemente nelle esperienze artistiche contemporanee, diffondendo alcuni valori poetici distinguibili, connessi dunque alla sua espressività peculiare. Tale fenomeno trova in parte le sue motivazioni nell’ascolto prestato da numerosi autori all’eloquenza silenziosa della materia e dei materiali, ed è al tempo riconducibile all’attrazione esercitata dalle sfere del primario e dell’elementare, verso cui l’arte ha sovente guardato una volta avvertita la necessità di ripensare se stessa. Attraverso il disegno o la manipolazione, la carta è infatti al centro dell’attività ludico creativa dei bambini; rinvia inoltre con immediatezza al paesaggio naturale che è alla sua origine. Ma, soprattutto, è il luogo ove l’artista organizza il campo della visione, la prima materia che il pensiero e le mani sondano, alterano, allo scopo di incontrare l’ipotesi di una forma. Il risultato che scaturisce da questa avventura esplorativa, anche quando compiuto, sembra avere comunque carattere potenziale, essere il presupposto di un esito ulteriore. L’opera cartacea rimanda perciò al processo di formazione dell’opera, nonché alla specifica dimensione di senso che lo riguarda.
Così come per il legno e il marmo, anche nel caso della carta la forma e l’immagine appaiono come possibilità implicite alla materia stessa, che l’artefice è chiamato idealmente a rinvenire. Le opere di En papier conferiscono particolare risalto alla vocazione plastica di questo materiale, concretizzata talvolta da entità formali di ordine scultoreo. Nei lavori presentati si alternano, oltre al segno e al colore, scavi e impercettibili rilievi, vuoti e tangibili volumi. Vi compaiono accenni figurativi, lacerti fotografici e motivi astratti, mentre alcune superfici manifestano tautologicamente l’azione che le ha conformate, la sensazione che l’ha ispirata. In ognuna delle opere, lo spessore, la texture, il colore della carta utilizzata si inscrive nei confini dell’immagine, così come la qualità della luce e la densità dell’aria sono parte di un paesaggio. Collocate negli spazi della Libreria Minerva, dialogano tacitamente con il fiume di carta che scorre tra i volumi riposti negli scaffali. 
(Nicola Galvan)

TEATRO IN LIBRERIA: "LIBRARI MI SNERVA"




Venerdì 19.01.2018 dalle ore 18  presso la Libreria Minerva – Via Del Santo 79 Padova
‘I Compagni d’Asilo’ Filodrammatici de l’Associazione Prisma&Convivio 
presentano la farsa licenziosa

“ LIBRAR MI SNERVA “
L’alterco amoroso, tra l’avaro colto
 pedante bibliofilo Faust
e la generosa incolta dispettosa libertina Margherita,
è assistito da Ancelle e musicato dal Diavolo in persona.


ingresso  libero
ma  posti limitati: la prenotazione è gradita
049.8789599 oppure  libreriaminervapd@gmail.com