La leggerezza, la fragilità, il nitore. E ancora la piega, lo strappo, il segno, la pagina; sono molteplici le qualità e le immagini che possono essere associate alla carta e al suo uso nel contesto delle arti visive. Oltre a nominare un dato concreto, oggettivo, ognuna di esse contribuisce a comporre un vasto campo metaforico e concettuale, pertinente al rapporto tra l’individuo e il mondo, rappresentativo di quello tra l’artista e la creazione.
La ‘voce’ della carta risuona frequentemente nelle esperienze artistiche contemporanee, diffondendo alcuni valori poetici distinguibili, connessi dunque alla sua espressività peculiare. Tale fenomeno trova in parte le sue motivazioni nell’ascolto prestato da numerosi autori all’eloquenza silenziosa della materia e dei materiali, ed è al tempo riconducibile all’attrazione esercitata dalle sfere del primario e dell’elementare, verso cui l’arte ha sovente guardato una volta avvertita la necessità di ripensare se stessa. Attraverso il disegno o la manipolazione, la carta è infatti al centro dell’attività ludico creativa dei bambini; rinvia inoltre con immediatezza al paesaggio naturale che è alla sua origine. Ma, soprattutto, è il luogo ove l’artista organizza il campo della visione, la prima materia che il pensiero e le mani sondano, alterano, allo scopo di incontrare l’ipotesi di una forma. Il risultato che scaturisce da questa avventura esplorativa, anche quando compiuto, sembra avere comunque carattere potenziale, essere il presupposto di un esito ulteriore. L’opera cartacea rimanda perciò al processo di formazione dell’opera, nonché alla specifica dimensione di senso che lo riguarda.
Così come per il legno e il marmo, anche nel caso della carta la forma e l’immagine appaiono come possibilità implicite alla materia stessa, che l’artefice è chiamato idealmente a rinvenire. Le opere di En papier conferiscono particolare risalto alla vocazione plastica di questo materiale, concretizzata talvolta da entità formali di ordine scultoreo. Nei lavori presentati si alternano, oltre al segno e al colore, scavi e impercettibili rilievi, vuoti e tangibili volumi. Vi compaiono accenni figurativi, lacerti fotografici e motivi astratti, mentre alcune superfici manifestano tautologicamente l’azione che le ha conformate, la sensazione che l’ha ispirata. In ognuna delle opere, lo spessore, la texture, il colore della carta utilizzata si inscrive nei confini dell’immagine, così come la qualità della luce e la densità dell’aria sono parte di un paesaggio. Collocate negli spazi della Libreria Minerva, dialogano tacitamente con il fiume di carta che scorre tra i volumi riposti negli scaffali. 
(Nicola Galvan)